Il fascino discreto della borghesia

I tentativi falliti di un gruppo di amici, esponenti della buona borghesia, di pranzare, cenare o prendere il tè insieme. Una serie di coincidenze incredibili, eppure plausibili, impediscono il rito più comune della socialità. «Sono attratto dalle azioni e dalle parole che si ripetono. Il produttore Silberman ci raccontò un fatto che gli era successo davvero. Aveva invitato delle persone a cena a casa sua ma aveva scordato di dirlo alla moglie, inoltre aveva dimenticato di avere già preso un impegno per quella stessa sera. Gli invitati arrivarono verso le nove carichi di fiori, ma lui non era lì e sua moglie era in vestaglia quasi pronta per andare a letto. Questa storia divenne il prologo del film. A quel punto non ci restava che immaginare varie situazioni in cui, senza perdere troppo la plausibilità, un gruppo di amici cerca di mangiare insieme senza riuscirci. Bisognava trovare il giusto equilibrio tra la realtà della situazione, logica e quotidiana, e l’accumularsi di ostacoli inattesi, senza che sembrassero fantastici o stravaganti» (L.B.)

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