Lisbon story – vos

La storia inizia con una cartolina e un messaggio criptico: “Caro Phil. Non posso continuare più! SOS! Vieni a Lisbona con tutte le tue cose al più presto! Un grande abbraccio, Fritz.

Chi è chi? E cosa significano tutte quelle abbreviazioni? L’SOS, ovviamente, è evidente, e al più presto non fa che rafforzare l’urgenza: venite al più presto. Ma soprattutto? Solo chi ha già lavorato su un set cinematografico può sapere che l’espressione risale ai primi anni del cinema sonoro e secondo la leggenda Erich von Stroheim, che voleva continuare a girare senza sonoro, coniò il termine “mit out sound”.

Diventa presto chiaro: la cartolina proviene dal regista Friedrich Munroe (Patrick Bauchau) che chiede al suo amico Philip Winter (Rüdiger Vogler) di venire in suo aiuto. Friedrich gira da solo un film a Lisbona e Winter è un tecnico del suono. È bloccato: voleva girare un film come se tutta la storia del cinema non fosse avvenuta. Un uomo solo per strada, con una macchina fotografica a manovella, proprio come Buster Keaton in “The Cameraman”. Ora spera che il microfono di Winter possa tirare fuori le sue foto “dall’oscurità” e salvare tutta la sua impresa.

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