La Speranza: Simbolo Di Riscatto Nel Nuovo Film Di Edoardo De Angelis

Novembre 22, 2018 10:43 am

Dopo il pluripremiato Indivisibili (sei David di Donatello 2017, cinque Nastri d’Argento), Edoardo De Angelis torna a raccontare la desolazione umana di Castel Volturno. Il suo nuovo film, Il Vizio della Speranza, distribuito da Medusa, ha conquistato il “Premio del Pubblico Bnl” alla Festa del Cinema di Roma mentre a De Angelis e alla protagonista Pina Turco (anche sua compagna di vita) sono andati i Premi come “Migliore regia” e “Migliore attrice” al Tokyo Film Festival. Una storia da non perdere, al cinema dal 22 novembre.

La speranza del riscatto

Anche la speranza è un vizio che nessuno riesce mai a togliersi completamente. La citazione dello scrittore e giornalista Giorgio Scerbanenco ha ispirato il titolo del film, scritto dallo stesso De Angelis e da Umberto Contarello. Ad avere il “vizio della speranza” è la protagonista Maria (Pina Turco): cappuccio sulla testa e passo risoluto, la sua esistenza trascorre un giorno alla volta, senza sogni né desideri. Proprio nella sua vita – costellata di giovani donne a cui i figli vengono strappati per adozioni (illegali) e business di esistenze umane – piomberà il miracolo: una nuova creatura inaspettata, un piccolo essere capace di farle mettere tutto in discussione e soprattutto di farle vincere la rassegnazione. Il riscatto nasce dalla speranza, che non reca in sé paura per il futuro.

Castel Volturno al centro della storia

«Non cerco storie da ambientare in questa terra, ma storie che nascano da questa terra. Le mie regie sono generate tra la Domiziana e il fiume Volturno»: nonostante il degrado ambientale e sociale che la contraddistingue, il regista Edoardo De Angelis ha a cuore questa porzione d’Italia. Al punto da ambientare le sue storie spesso qui. Tra immigrazione irregolare, desolazione, mancanza di prospettive e di libertà si mette in mostra la purezza del desiderio e il seme della speranza. Il buio di questo territorio è antitesi perfetta alla luce improvvisa che arriverà nella vita della protagonista.

De Angelis regista visionario

Una regia meticolosa, che si prende cura di ogni aspetto del racconto cinematografico, lo interiorizza e lo accudisce come fosse un bene prezioso: Edoardo De Angelis rappresenta uno dei più apprezzati registi del panorama italiano attuale. Dopo i cinque Nastri d’Argento e i sei David di Donatello di Indivisibili, il cineasta napoletano è tornato dietro la macchina da presa per raccontarci una storia intensa. Umanità e realtà al centro di una “parabola moderna” che ci mostra come la disperazione non può essere definitiva, che la speranza può riportare la luce anche nelle condizioni di vita più buie e rassegnate.

Scrive De Angelis: «Nel fotogramma passato, presente e futuro. Nessuna presentazione dei personaggi, nessuna divagazione. La storia delle donne e degli uomini è scritta sul corpo: nelle cicatrici il passato, nei gesti il presente, negli occhi il futuro. Il corpo è lo strumento principale della narrazione perché la sua materia mobile esprime la trasformazione dei personaggi; è veicolo tematico in quanto mostra la bellezza ferita di essere umani in attesa di qualcosa o qualcuno, disperati attaccati a un’ultima speranza; infine, il corpo esprime la volontà dell’anima di sovvertire l’ordine della disperazione, attraverso la resistenza e, al momento giusto, la ribellione. Pensate a un inverno freddo, un tempo in cui tutto attorno a noi sembra morto e accendiamo il fuoco per scaldarci, in attesa che cambi. La terra genera, la terra ospita, la terra lascia prosperare e poi sovrasta il corpo morto; il vento soffia sul fuoco e spinge l’acqua del fiume verso la terra, per ravvivarla. La vita si ostina a lottare contro la morte: l’arco del mondo si trasforma attraverso la nascita, la morte e la rinascita. Tutto ciò che resta immobile muore. Ciò che si muove vive. Per chi ha la forza di resistere, il premio è il miracolo del mondo che nasce».

Un cast d’eccellenza portavoce di un sentimento universale

I protagonisti del film sono impersonati da attori di talento, a cominciare da Pina Turco, già consacrata “Migliore Attrice” dal recente Tokyo Film Festival. Accanto a lei: Massimiliano Rossi, Cristina Donadio e Marina Monfalcone. Come in Indivisibili, la musica è del Maestro Enzo Avitabile che ha mescolato la semplicità dei ritmi popolari napoletani ai suoni africani, espressione di una comunità che a Castel Volturno ha ormai messo radici.
Prodotto da Pierpaolo Verga, Attilio De Razza e De Angelis, il film annovera lo spagnolo Ferran Peredes Rubio come direttore della fotografia, Ciak d’oro per la migliore fotografia per Indivisibili, nel 2017.

Dunque un film assolutamente da non perdere, che lascerà un segno negli spettatori: nelle sale di Circuito Cinema dal 22 novembre.

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